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I canti della tradizione orale calabrese trovano una nuova luce nel progetto discografico del duo Federica Greco-Paolo Presta. Si intitola “A ‘sta frinestra” la selezione di canti raccolti da vari ricercatori in diverse aree della regione che i due musicisti cosentini hanno riarrangiato secondo una loro idea musicale.
Il duo cosentino presenta il nuovo progetto discografico “A ‘sta frinesta”
I canti della tradizione orale calabrese trovano una nuova luce nel progetto discografico del duo Federica Greco-Paolo Presta. Si intitola “A ‘sta frinestra” la selezione di canti raccolti da vari ricercatori in diverse aree della regione che i due musicisti cosentini hanno riarrangiato secondo una loro idea musicale.
Il loro intento è quello di prendere spunto dalla tradizione, per poi lasciare spazio alla creatività ed al gusto personale. Lo fanno utilizzando le loro voci ed i loro strumenti: Federica il tamburello e Paolo la fisarmonica diatonica (organetto). Nato all’interno delle mura del Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza, il duo conta partecipazioni a diversi festival tra cui “Radicamenti Mendicino Festival”, “Peperoncino Festival”, “Notte dei Musei”, “Felici & Conflenti”, “Tarantella Power”. Tra i riconoscimenti, anche il Primo Premio Assoluto del XVII Concorso Internazionale “Giovani Musicisti” indetto dall’Associazione “Orfeo Stillo” di Paola (CS) – Categoria Musica Etnica Popolare Ensemble.
Nel loro nuovo progetto – prodotto da Calabria Sona – dopo aver attinto da alcune registrazioni fatte sul campo, Greco e Presta hanno apportato modifiche ed aggiunte sostanziali, sia sul piano ritmico ed armonico che su quello melodico. Emergono echi di rock, jazz, rap ed altri stili che fanno parte del background di Federica e Paolo, come d’altro canto l’improvvisazione, componente trasversale ai vari generi. “La scelta di utilizzare la voce, l’organetto ed il tamburello – raccontano – non è casuale, ma ha lo scopo di indagare sulle potenzialità di strumenti che ritroviamo nella tradizione, ma che in questo caso assumono una valenza diversa. Un patrimonio non più funzionale a pratiche socialmente accettate, ma ad un libero e personale sentire”.